Da Jaden Smith a Shiloh Jolie Pitt fino all’idolo della Gen Z Hunter Schafer, andiamo a vedere quali sono le diverse categorie di genere che vengono ormai sempre più riconosciute ed accettate in un mondo che piano piano, sta finalmente diventando inclusivo.

“Unicità come valore prezioso da proteggere, che sconfigge i pregiudizi e la paura della diversità, rendendola speciale. Unicità come principio da cui partire per conoscere sé stessi e tutto quello che si ha di fronte, così da arricchirsi e essere finalmente liberi da paure e preconcetti. Unicità quasi come un accessorio da indossare per entrare a far parte del mondo 2.0. Solo pochi mesi fa abbiamo assistito al fallimento di proposte di legge - come il Ddl Zan - che forse avrebbero potuto aiutare la lotta contro le etichette e la violenza, verbale e non, nella speranza di rendere tutti più protetti e legittimati. Ma nonostante questo, la voglia di evolversi e trasformare la società non sì è fermata: ancora è forte la visione di un mondo non più popolato di hater, vigliacchi odiatori da tastiera, un mondo nuovo, più allargato, dove accettazione e accoglienza, curiosità e tutela sono alla base di ogni insegnamento, per costruire una società più matura ed evoluta. Mi chiedo, però: in questo nuovo mondo, in cui le etichette non sono più un bagaglio, come potremo riconoscerci e identificarci? E come possiamo conoscere e comprendere questa nuova “diversità/unicità” senza, appunto, rischiare di darle un nome e una definizione? Mi sono interrogata sulla miriade di nuovi termini in cui ci imbattiamo ogni giorno, e sono arrivata alla conclusione che quello che per me è davvero interessante è proprio il concetto di diversità, perché mi porta a voler scoprire qualcosa che ancora non conosco.

Ecco perché ho cercato di approfondirlo, studiando e tentando di capire quanto più posso su questo eterogeneo nuovo mondo 2.0. Del resto, conoscere è il primo passo, indispensabile, verso il rispetto e l’integrazione. Il fatto è che solo andando a fondo in un territorio per me inesplorato, ho capito di non sapere poi molto, di immaginare qualcosa che poi invece è tutt’altro, di non conoscere mille sfumature e interessanti accenti. Entusiasta, più mi sono documentata, più ho ritrovato molte idee che non hanno fatto altro che arricchire la mia ispirazione nella creazione della nuova collezione, che ho quindi ambientato in uno scenario futuro, un mondo nuovo, una società variegata, fatta di mille aspetti unici e diversi. Perdendomi con sempre più curiosità e interesse nelle mille notizie del web, coraggiosi coming out, racconti di vita vera, ho avuto il piacere di leggere molte storie, imbattermi in personaggi e nuove parole che prima ravvisavo solo superficialmente o di cui proprio ignoravo il significato. E alla fine, la domanda che mi sono posta – forse scontata per qualcuno, ma per me invece molto articolata, - è stata: ma che cos’è davvero l’identità di Genere? L’intersessualità, tema di cui si parla molto poco, si interseca con un altro tema molto importante, quello del genere: anche persone nate maschio o femmina a volte sentono di non appartenere al genere biologico, che la natura ha loro assegnato. Come possiamo aiutarle?

jaden smithshilohjoliepitt

Il mio personale punto di vista che amo condividere con te.

Sara Giunti

#iamfullyiam #unity #genderfree

born to shine
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Sesso e genere: qual è la differenza? Per capire meglio la complessità della questione facciamo chiarezza sui termini. Quando parliamo di sesso intendiamo il sesso biologico, scritto nel DNA, caratterizzato dalla presenza di organi riproduttivi e determinati ormoni. Il genere è invece un concetto sociale, che ha a che fare con la rappresentazione dell’essere maschio o femmina, con le caratteristiche che nell’immaginario collettivo distinguono un sesso dall’altro. Ma il problema è che, sia geneticamente sia socialmente, sembrano non esistere solo due sessi: nelle persone intersessuali, ad esempio, cromosomi, gli ormoni e gli organi sessuali non corrispondono a un solo genere. Che cosa vuol dire allora nascere intersex? Vuol dire essere nati con cromosomi sessuali, genitali e caratteri sessuali secondari sia maschili sia femminili, un dato di fatto biologico insomma. È una condizione che in genere viene corretta alla nascita: sono i genitori, su consiglio dei medici, a decidere quale sesso attribuire e quale sopprimere. Alcuni genitori decidono, invece, di rimandare questa decisione, lasciando tutto il set di organi sessuali fino alla pubertà: in questo caso si parla di ermafroditi. C’è poi il caso della transessualità, in cui i caratteri sessuali con cui si è nati non corrispondono alla propria identità di genere. Mi spiego meglio: puoi essere nata donna – cioè con gli organi riproduttivi femminili - ma sentirti uomo, o viceversa. È una condizione complessa, perché per tanto tempo è stata trattata solo come un problema psicologico di accettazione del sesso con cui si è nati. Oggi finalmente le cose sono cambiate e in casi di disforia, cioè disturbo dell’identità di genere, si intraprende spesso un percorso di transizione e cambiamento che può portare alla riattribuzione del sesso.

I queer, invece, credono che il genere sia solo un costrutto sociale, e che la distinzione tra maschio e femmina non abbia più alcun senso. Abbracciano l’intero spettro delle possibilità, la libertà più assoluta di mostrarsi e sentirsi come si vuole, senza aderire ad alcuno stereotipo, maschile o femminile che sia. Ma non è certo necessario autodefinirsi queer per abbracciare questa convinzione: fortunatamente sempre più persone rifiutano le distinzioni nette e superano così, a grandi balzi, il dualismo maschio/femmina. LGBTQI+… Una sigla da abolire? Mentre il gender diventa sempre più liquido, lo spettro LGBTQI diventa sempre più ampio. Intrappolare in una definizione l’identità di una persona in base alle sue preferenze sessuali non è più così scontato, così come farlo rispetto al genere biologico. Anzi, per la prima volta nella storia inizia a sembrarci sbagliato. Lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali sono tutti tenuti insieme dalla sigla LGBTQI: Q e I sono state aggiunte alla storica sigla LGBT per tentare di includere nella definizione tutte le persone “sessualmente atipiche”. Ma non è forse sbagliato definire queste persone “atipiche” o cercare di ghettizzarle in un acronimo? Ogni termine ha la propria definizione, spiegazione e descrizione, ma proprio per andare contro le etichette oggi anche la visione del coming out è divenuta molto radicale: nessuno dovrebbe essere costretto a dichiarare le proprie preferenze sessuali ed è sbagliato presumere che una persona sia etero finché non dichiara il contrario. Sempre più persone, anzi, decidono di rinunciare del tutto alla visione binaria maschio/femmina, non abbracciano gli stereotipi che normalmente si associano all’essere un uomo o una donna.

Semplifichiamo: il fatto che il rosa sia un colore da femmina o che la gonna sia un indumento femminile sono oramai concetti superati. Per fare giusto qualche esempio celebre, a sdoganare la faccenda della gonna ha iniziato Jaden Smith durante l’adolescenza, mentre Shiloh Jolie Pitt se ne va in giro vestita in giacca e cravatta da quando aveva 6 anni! Insomma, nel nuovo mondo ognuno deve essere libero di vivere la propria sessualità senza rendere conto a nessuno. Ed ecco perché molte celebs senza timore hanno deciso di parlare apertamente della propria sessualità sdoganando la paura di essere etichettate. Elliot Page, nata Ellen Grace Philpotts-Page, oggi attore canadese, famoso per il suo ruolo da protagonista in Juno, per aver interpretato Kitty Pryde / Shadowcat in X-Men, per il suo ruolo dell'architetto Arianna in Inception e di Vanya nella serie televisiva The Umbrella Academy. Nel dicembre 2020 Elliot ha annunciato su Twitter di essere transgender, comunicando il cambio di nome da Ellen a Elliot e chiedendo di usare per lui pronomi maschili o neutri. Asia Kate Dillon, attore/attrice con identità nonbinary: ha recitato nella serie Orange Is the New Black nel ruolo di Brandy Epps, e ha raggiunto il successo come Taylor Mason nella serie Billions. Alex Blue Davis, attore transgender che ha iniziato nelle serie 2 Broke Girls e NCIS ma ha ottenuto il successo per il ruolo del Dr. Casey Parker, personaggio maschile apertamente trans, nella serie Grey’s Anatomy. Jamie Clayton, attrice trans celebre per il suo ruolo nei panni di Nomi Marks nella serie Sense 8. E ancora Hunter Schafer, attrice transgender, anche modella e attivista, nota per il ruolo di Jules Vaughn nell’ acclamatissima serie televisiva Euphoria. E come dimenticare Sara Ramirez, attore/attrice prima bisessuale e poi nonbinary che ha recitato in Grey’s Anatomy nel ruolo del Dr. Callie Torres: si tratta del ruolo LGBT più duraturo nella storia della televisione, con una presenza in 11 stagioni e in 239 episodi.

Da lì ha poi interpretato un ruolo bisessuale e nonbinary anche in Madam Secretary e di recente ha preso parte al cast di “And Just Like That” seguito attesissimo della serie Cult 2000 “Sex and The City”. Asia Kate Dillon, attore/attrice con identità nonbinary: ha recitato nella serie Orange Is the New Black nel ruolo di Brandy Epps, e ha raggiunto il successo come Taylor Mason nella serie Billions. Alex Blue Davis, attore transgender che ha iniziato nelle serie 2 Broke Girls e NCIS ma ha ottenuto il successo per il ruolo del Dr. Casey Parker, personaggio maschile apertamente trans, nella serie Grey’s Anatomy. Jamie Clayton, attrice trans celebre per il suo ruolo nei panni di Nomi Marks nella serie Sense 8. E ancora Hunter Schafer, attrice transgender, anche modella e attivista, nota per il ruolo di Jules Vaughn nell’ acclamatissima serie televisiva Euphoria. E come dimenticare Sara Ramirez, attore/attrice prima bisessuale e poi nonbinary che ha recitato in Grey’s Anatomy nel ruolo del Dr. Callie Torres: si tratta del ruolo LGBT più duraturo nella storia della televisione, con una presenza in 11 stagioni e in 239 episodi. Da lì ha poi interpretato un ruolo bisessuale e nonbinary anche in Madam Secretary e di recente ha preso parte al cast di “And Just Like That” seguito attesissimo della serie Cult 2000 “Sex and The City”. Questi sono solo alcuni nomi di personaggi che stanno aiutando a costruire questa nuova realtà di accettazione e inclusione. Personaggi che attraverso i ruoli interpretati in serie e film di successo aiutano a comprendere e a proteggere la propria identità, qualunque essa sia. Ognuno di loro ci insegna a non avere paura della diversità, ma anzi, ci esorta a trasformarla in unicità. Un’unicità preziosa che va custodita e protetta perché sensibilizza verso il prossimo e può portarci verso una nuova conoscenza non più fatta di apparenza ma di essenza e identità. Accelerando, non c’è dubbio, la costruzione di un mondo che non possiamo che definire 2.0.

jamie claytonasia kate dillon

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